Data pubblicazione: 20-10-2017
Forte, determinata, resiliente, consapevole e ironica. E’ questo il ritratto che emerge di Patrizia Mirigliani, nella lunga intervista realizzata da Michaela Bellisario per “Io Donnaʺ , nel mese della prevenzione contro il tumore al seno.
Perché Il coraggio non sta nel sottoporsi alla chemioterapia ma nel raccontarsi. Un modo per contribuire ad alleggerire il peso che il tumore si porta dietro, perché soltanto nella condivisione si può continuare ad avere un ruolo nel mondo. Lo sa bene la patron che in queste righe, abbandonandosi ad uno sfogo in cui lascia spazio alla sua dimensione privata, parla della malattia, diagnosticata ormai venti anni fa, mettendo in luce alcuni dei temi che ha dovuto affrontare lungo il percorso verso la guarigione, come la paura di morire, che ʺnon ti abbandona un attimoʺ, la devastazione fisica, la quotidianità del dolore e il rapporto con la famiglia. E proprio il legame con il padre Enzo e con il figlio Nicola, che all’epoca aveva solo sette anni, insieme al lavoro, l’hanno tenuta attaccata alla vita.
Erano gli anni della cura Di Bella e scegliere terapie alternative che fossero meno invasive e rendessero il percorso meno faticoso, era un rischio concreto per molte donne alle prese con il cancro. Non per Patrizia Mirigliani che, affidandosi al prof. Veronesi, ha creduto nell’importanza della medicina tradizionale: ʺLa chemioterapia nei film viene raccontata come l’anticamera della morte ma non è cosìʺ, soprattutto è l’unica che può salvarti la vita. Insieme all’ironia, un elemento imprescindibile anche per combattere il dolore di una sofferenza come quella che provoca un tumore.
Patrizia Mirigliani ha vissuto la malattia come un’opportunità e ogni volta, guarda con orgoglio quella cicatrice sul petto, perché le ricorda la persona migliore che è diventata oggi.
Web site: IO DONNA
