Data pubblicazione: 10-09-2025
Un concorso che unisce generazioni e diversità. In passerella ci sono infatti otto diciottenni, tra cui la più giovane, Alice Zambon, nata il 25 agosto 2007. Due le concorrenti più grandi: Alice Petagna e Monica Russo, entrambe ventinovenni, nate rispettivamente il 27 maggio e il 5 luglio 1996.
Le altezze presentano un ventaglio altrettanto ampio: si va dai 165 centimetri di Miriam Del Contrasto, Miss Lombardia, ai 180 centimetri di Sara Fidani, Miss Eleganza Roma.
Anche sul fronte dei colori, la varietà è protagonista. Fra i capelli dominano le 29 castane in gara, seguite da 9 bionde, 2 more e una sola rossa. Lo sguardo rivela altre sfumature: 22 occhi castani, 9 azzurri, 6 verdi e persino un raro paio di occhi grigi (Beatrice Sartori), a rendere ancora più speciale la parata di bellezza.
Dietro le passerelle e i sorrisi c’è un mondo fatto di studio e ambizioni diverse. Tra le finaliste di Miss Italia, la maggior parte ha già completato il percorso di studi superiori: 21 ragazze hanno già il diploma o lo stanno conseguendo, tra licei linguistici, scientifici, delle scienze umane e istituti tecnici.
Il passo successivo porta all’università: 12 concorrenti frequentano un corso di laurea triennale, spaziando dalle lingue moderne alla giurisprudenza, dalle scienze politiche alle professioni sanitarie. Ben 5 ragazze sono già iscritte a corsi di laurea magistrale o a ciclo unico. Gli indirizzi prescelti sono economia, scienze della nutrizione e scienze della formazione primaria. In sintesi, 19 finaliste hanno scelto percorsi tecnico-scientifici, economia, ingegneria, medicina, odontoiatria, dietistica, agraria e scienze motorie. Altre 16 sono invece orientate verso l’area umanistica e sociale, tra lingue, comunicazione, lettere, scienze politiche, servizi sociali e discipline artistiche.
Il quadro che emerge è quello di giovani donne preparate e determinate, che non si limitano all'aspetto estetico ma portano in passerella la ricchezza del loro percorso di studio: un mix di bellezza e preparazione culturale, che rende il concorso lo specchio delle nuove generazioni.