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MISS ITALIA APPARTIENE DA SEMPRE ALLA CULTURA DEL PAESE

Data pubblicazione: 25-11-2022

MISS ITALIA APPARTIENE DA SEMPRE ALLA CULTURA DEL PAESE

Le finaliste del 2022 e Patrizia Mirigliani oggi ospiti al Ministero della Cultura

In una gremitissima Sala Grande, oggi conosciuta come Sala Spadolini e concessa con il Patrocinio del Ministero della Cultura, il MODAVI – Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano - ha voluto celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lanciando una sfida sul piano culturale e sociale.


Le Miss finaliste del 2022 hanno espresso le loro riflessioni attraverso degli aforismi, parole di grandi personalità della storia, della letteratura e dell’arte, accompagnate dalle note del violinista Andrea Casta. Shakespeare, Frida Kahlo, Virginia Wolf, ma anche Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco tra gli autori citati. Con questo momento toccante, Miss Italia ha voluto fermamente affermare l’importanza dello strumento della cultura, su cui bisogna investire e lavorare sempre di più per proteggere le donne e tutte le vittime di ogni forma di violenza.


Fra i relatori Patrizia Marigliani, patron del Concorso che ha dichiarato: “Miss Italia appartiene da sempre alla cultura del Paese e oggi essere qui per me è un riconoscimento importante del suo valore. Sono qui anche per le mie ragazze, per rivendicare la loro libertà di fare le scelte che più le aggradano senza essere giudicate con ignoranza ed ipocrisia per questioni puramente ideologiche. E mi auguro che questo nuovo governo possa restituire a Miss Italia e alle mie ragazze la dignità che meritano. La gestione di Miss Italia è stata etichettata come lavoro da uomini ed io considerata come una traghettatrice da una generazione maschile all’altra. Rivolgo un pensiero di stima al Presidente Meloni simbolo delle donne che raggiungono i loro obiettivi per le loro grandi capacità con grandi sacrifici. La bellezza deve essere libera da preconcetti perché racchiude i valori che la contraddistinguono. Felice di avere portato avanti quella rivoluzione culturale, iniziata con mio padre e che, sono certa, proseguirà nel futuro”.

Riscoprire una concezione filosofica di “bellezza”, sviluppare l’apertura di uno spazio di pensiero per legare il tema della lotta alla violenza di genere a quello della cultura, combattere pregiudizi e schemi culturali che, fino ad oggi, hanno influenzato il modo di pensare ed agire nei confronti delle donne, promuovendo l’esempio di donne che hanno saputo fare della libertà e dell’autodeterminazione, sia sul piano personale che professionale, uno dei capisaldi del proprio successo.



Una visione che ha ricevuto il plauso del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che accolto dal Presidente Nazionale del MODAVI, Mario Pozzi, ha dichiarato: “La violenza contro le donne non è degna della civiltà; la civiltà di un popolo e di una Nazione si misura anche abbattendo la violenza contro le donne. Non siamo un’entità veramente civile se noi non rispettiamo le donne. È fondamentale rispettare le donne. In questo, la cultura ha un ruolo fondamentale perché la violenza sulle donne nasce dalla mancanza di un’educazione, di una cultura del rispetto e soprattutto dalla mancanza del riconoscimento del valore che si deve avere nei confronti delle donne”.


Parola alla politica poi con il dibattito moderato da Cinzia Pellegrino che ha coinvolto, oltre a Patrizia Mirigliani, la Senatrice del PD Valeria Valente: “Parlare di lotta alla violenza contro le donne nel Ministero della Cultura ha un valore particolare, perché non esiste norma tanto efficace a risolvere il problema se non lo si affronta anche attraverso una rivoluzione culturale” e Alice Buonguerrieri, deputata di FDI che ha sottolineato come il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia promesso di rinnovare e raddoppiare l’impegno fermo dell’Esecutivo a contrastare ogni forma di violenza di genere con prevenzione e certezza della pena. Per Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale Giovani: “La chiave di tutto: la questione culturale. È un processo questo che deve partire da un dialogo che coinvolga donne e uomini, giovani e anziani, che non identifichi nemici ma che costruisca nuovi modelli. Un’alleanza di pace e di sviluppo, per offrire il nostro contributo al miglioramento del Mondo e al consolidamento dei diritti.”

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